Utilizzo di compost da residui agricoli

I residui agricoli vegetali, come le biomasse di potatura o gli scarti delle lavorazioni dei prodotti agricoli, sono trattati nell’agricoltura convenzionale come rifiuti da smaltire, con conseguenti costi di smaltimento. Tuttavia, tali materiali da scarto possono diventare una risorsa, portando alla produzione di un substrato fertile, detto compost.

Il compost deriva da un processo biologico di tipo aerobico, che avviene in condizioni controllate, nel corso del quale i microrganismi attaccano e degradano la sostanza organica dei residui vegetali. Al termine del processo si ottiene un residuo organico umificato (humus) che viene utilizzato come fertilizzante a lento rilascio per i suoli agricoli.

Benefici ambientali ed agronomici

  • Aumento della sostanza organica del suolo e della fertilità, con conseguente riduzione dell’utilizzo di fertilizzanti chimici e di emissione di gas serra ad essi correlate, contribuendo alla mitigazione dei cambiamenti climatici;
  • Miglioramento della struttura dei suoli e aumento della ritenzione idrica, contribuendo alla capacità di adattamento ai cambiamenti climatici delle colture;
  • Riduzione dell’erosione superficiale grazie alla protezione dello strato più superficiale del suolo esercitata dal compost;
  • Effetto pacciamante con riduzione dell’utilizzo di mezzi meccanici e/o chimici per il controllo delle erbe infestanti, con conseguente minor utilizzo di combustibile fossile o erbicidi chimici;
  • Riduzione dello smaltimento dei residui vegetali prodotti in azienda.

Effetti potenzialmente negativi

Il compost prodotto da residui vegetali potrebbe essere addizionato anche da sottoprodotti di origine animale. In questo caso, per evitare il rischio di problemi di biosicurezza è necessario il rispetto delle norme specifiche indicate dal regolamento 1774/2002 che stabilisce le regole per prevenire i rischi connessi all’utilizzo dei sottoprodotti di origine animale.

Impatto sul reddito

  • Risparmio economico nel lungo periodo grazie alla migliore fertilità del suolo;
  • Potenziale aumento dei costi relativi all'acquisto e trasporto del compost acquistato esternamente all’azienda. Il compost dovrebbe derivare utilizzando esclusivamente o principalmente gli scarti agricoli aziendali. In questo caso il compost potrebbe arrivare a rappresentare addirittura una fonte aggiuntiva di reddito;
  • Investimento iniziale e costi operativi elevati collegati all’impianto di compostaggio in azienda. Tali costi tuttavia possono essere compensati da:
    • risparmio su acquisto di fertilizzanti;
    • reddito integrativo derivante dalla vendita di compost;
    • riduzione della tassa per il ritiro di rifiuti organici.

Opportunità di finanziamento

Piano di Sviluppo Rurale (PSR) della Regione Campania

Tipologia di Intervento: Sottomisura 10.1.2 - Operazioni agronomiche volte all'incremento della sostanza organica.

Dotazione finanziaria per l'attuazione della misura di €225.000.000 (relativo a tutta la M10)

Azione 10.1.2.1 - "Apporti di matrici organiche al terreno" (ammendanti compostati commerciali oppure letame maturo da allevamenti con lettiera).

 

Obiettivo

Incentivare gli agricoltori all'adozione di pratiche agronomiche volte alla conservazione e all'incremento della sostanza organica dei terreni agricoli attraverso l'apporto di matrici organiche e tecniche agronomiche conservative tali da prevenire l'erosione e migliorare la gestione dei suoli contro la minaccia di perdita di fertilità e riduzione della produttività.

Condizioni di ammissibilità

Superficie minima coltivata, almeno per un gruppo di colture pari a 0,50 ettari di SAU (ad eccezione di 0,30 ha per le ortive e 0,20 ha per le floricole, vite e limone) al fine di assicurare una maggiore efficacia ambientale; possesso delle superfici oggetto di aiuto (non è ammissibile il comodato).