La letamazione o concimazione con letame, si riferisce a una tipologia di concimazione organica che miscela due componenti base: residui vegetali (es. paglia, fieno) e le deiezioni animali. Questa miscela subisce una fase di fermentazione indispensabile per esaltare le proprietà di questo fertilizzante naturale (si parla di letame maturo dopo 6-9 mesi). Al contrario, il letame fresco si presenta molto umido, nutre male il terreno ed è di difficile gestione oltre che maleodorante.
L'efficacia della letamazione è strettamente associata alla natura dei materiali apportati e in particolare ha un ruolo fondamentale il rapporto tra carbonio e azoto (C/N). Materiali con un rapporto C/N equilibrato, come il letame e il compost, favoriscono un sostanziale equilibrio fra mineralizzazione e umificazione. In definitiva si tratta dei migliori ammendanti organici, ma per il loro costo elevato hanno un utilizzo limitato e, in genere, destinato ai regimi colturali più redditizi.
I periodi di spandimento del letame sono condizionati dall'agibilità del terreno, dalla presenza e grado di sviluppo della coltura e, infine, dal sistema di spandimento adottato. I periodi migliori sono quelli conseguenti alla preparazione del terreno in assenza delle colture.
Benefici ambientali ed agronomici
Effetti potenzialmente negativi
Impatto sul reddito
Opportunità di finanziamento
Piano di Sviluppo Rurale (PSR) della Regione Campania
Tipologia di Intervento: Sottomisura 10.1.2 - Operazioni agronomiche volte all'incremento della sostanza organica.
Dotazione finanziaria per l'attuazione della misura di €225.000.000 (relativo a tutta la M10)
Azione 10.1.2.1 - "Apporti di matrici organiche al terreno" (ammendanti compostati commerciali oppure letame maturo da allevamenti con lettiera).
Obiettivo
Incentivare gli agricoltori all'adozione di pratiche agronomiche volte alla conservazione e all'incremento della sostanza organica dei terreni agricoli attraverso l'apporto di matrici organiche e tecniche agronomiche conservative tali da prevenire l'erosione e migliorare la gestione dei suoli contro la minaccia di perdita di fertilità e riduzione della produttività.
Condizioni di ammissibilità
Superficie minima coltivata, almeno per un gruppo di colture pari a 0,50 ettari di SAU (ad eccezione di 0,30 ha per le ortive e 0,20 ha per le floricole, vite e limone) al fine di assicurare una maggiore efficacia ambientale; possesso delle superfici oggetto di aiuto (non è ammissibile il comodato).