Protezione del suolo

“Il suolo rappresenta il supporto alla vita e agli ecosistemi, è riserva di patrimonio genetico e di materie prime, custode della memoria storica, nonché elemento essenziale del paesaggio”.

Risulta quindi evidente il carattere multifunzionale del suolo e la conseguente attenzione che si deve riporre nell’attuare le pratiche agricole.

Se da un lato, infatti, l’agricoltura intensiva può provocare il degrado del suolo, il suo inquinamento con conseguente perdita di biodiversità e innescare fenomeni di erosione, di contro la gestione agricola sostenibile garantisce la salvaguardia e il presidio del territorio. Recenti studi hanno evidenziato come le terre abbandonate e non più coltivate dall’uomo più facilmente incontro a fenomeni di desertificazione. Inoltre, lo sfruttamento continuo dei suoli agricoli ha causato una perdita del contenuto di sostanza organica, fondamentale per l’assorbimento di acqua, e fonte di nutrienti per le colture. Inoltre, l’aumento dell’abbandono dei terreni agricoli e la conseguente non gestione del territorio agrosilvopastorale ha portato ad un aumento dei fenomeni erosivi e fenomeni franosi con gravissimi danni per il territorio e le persone. I cambiamenti climatici, ed in particolare l’aumento degli eventi estremi, contribuisce ulteriormente ad accentuare questi fenomeni.

In questi termini, le pratiche messe in atto dagli agricoltori e le politiche a supporto alla produzione agricola devono tenere in considerazione la funzione strategica dell’agricoltura sia per la difesa del suolo che più in generale per la difesa dell’ambiente del territorio.

Il suolo
Il suolo può essere definito come lo strato superficiale della crosta terrestre. È formato da particelle minerali, materia organica, acqua, aria e organismi viventi. In realtà è un mezzo estremamente complesso, variabile e soprattutto vivente. Poiché la formazione del suolo è un processo estremamente lento, il suolo può essere considerato essenzialmente come una risorsa non rinnovabile. L'interfaccia tra terra, aria e acqua è essenziale per lo svolgimento di molte funzioni vitali: produzione di cibo e altre biomasse, stoccaggio di carbonio, filtrazione e trasformazione di molte sostanze tra cui acqua, carbonio, azoto. Il suolo ha un ruolo come habitat e patrimonio genetico, funge da piattaforma per le attività umane, il paesaggio e il patrimonio ed è una fonte per la produzione di materie prime. Il suolo contiene circa il doppio della quantità di carbonio presente nell'atmosfera e tre volte la quantità che si trova nella vegetazione. Tutte queste funzioni fanno si che il suolo vada protetto per l’importante valore socio-economico e ambientale.

Il suolo è, tuttavia, sempre più soggetto a fenomeni di degrado, sia nell'UE che a livello globale. Erosione, perdita di materia organica, compattazione, salinizzazione, frane, contaminazione, e impermeabilizzazione hanno infatti impatti negativi sulla salute umana, sugli ecosistemi naturali e sul clima, nonché sulla nostra economia. Il degrado del suolo non ha solo effetti transfrontalieri, ma comporta anche costi elevati. I problemi legati al degrado del suolo devono essere affrontati non solo nelle aree degradate. Inoltre, la riduzione dei servizi ambientali a seguito della perdita del capitale naturale rappresentato dal suolo deve essere compensata da una maggiore pressione sui terreni rimanenti o sul suolo di altri territori.

La Sostanza organica del suolo
La sostanza organica del terreno è una componente fondamentale per la fertilità dei suoli. Essa è costituita dall'insieme dei composti organici presenti nel terreno, di origine sia animale che vegetale, tra cui:

  • La biomassa vivente: tutti gli organismi viventi presenti nel suolo (lombrichi, insetti e altri microrganismi, radici delle piante, etc.);
  • La biomassa morta: rifiuti e residui degli organismi viventi presenti nel terreno e qualsiasi materiale organico di origine biologica, più o meno trasformato e apportato dall'uomo (residui della vegetazione, carcasse di animali, fertilizzanti organici, deiezioni, etc.);
  • Humus: prodotto da una rielaborazione microbica della sostanza organica decomposta.

Attraverso il processo di fotosintesi le piante di assorbono CO2 dall'atmosfera e la usano per formare le radici, gli steli o le foglie, trasformando quindi il carbonio da una forma inorganica ad una organica. Il carbonio organico viene poi trasferito nel suolo attraverso il rilascio di composti organici dalle radici delle piante, dalle deposizioni di componenti vegetali o attraverso la decomposizione del materiale vegetale da parte degli organismi del suolo. La decomposizione microbica della sostanza organica rilascia i nutrienti che le piante utilizzano per la loro crescita. Durante il processo di decomposizione, una parte del carbonio viene riemesso verso l’atmosfera come anidride carbonica (CO2) attraverso il processo di “respirazione del suolo”, mentre il restante carbonio viene convertito in composti organici che possono rimanere nel terreno per un periodo di tempo che variano da giorni, mesi fino ad anni e millenni. La rapidità di decomposizione dipende da molti fattori tra cui la temperatura e le precipitazioni, il bilancio tra suolo-acqua, e la composizione del materiale organico.

La presenza di una buona quantità di sostanza organica nei suoli agrari, comporta effetti benefici sulla fertilità e la produttività, regolando le principali funzioni fisico-chimiche, meccaniche e biologiche dei terreni. Tra i principali effetti positivi apportati da buoni contenuti di sostanza organica si possono elencare:

  • Miglioramento della struttura del terreno, permettendo la formazione di aggregati che proteggono la sostanza organica;
  • Miglioramento della capacità di ritenzione idrica, grazie alla capacità dell'humus di assorbire e trattenere quantitativi d'acqua fino a 20 volte il proprio peso;
  • Aumento della permeabilità nei terreni argillosi aumentando il rapporto fra macro e micropori;
  • Riduzione della predisposizione all'erosione superficiale, grazie alla formazione di aggregati stabili;
  • Aumento della capacità portante del terreno, riducendo i danni dovuti alla compressione esercitata dalle macchine agricole e dal calpestamento da parte di uomini e animali;
  • Aumento della capacità di ritenzione dei nutrienti (calcio, magnesio, fosforo e potassio).

 

Ripartizione della superficie della Regione Campania in quattro macro-tipologie di aree (cliccabile al seguente indirizzo http://www.agricoltura.regione.campania.it/PSR_2014_2020/pdf/territorializzazione_all_1.pdf):

A) Aree urbane e periurbane, 
B) Aree rurali ad agricoltura intensiva, 
C) Aree rurali intermedie, 
D) Aree rurali con problemi complessivi di sviluppo.